Smokehead, oggi vi parliamo di una birra che parla la nostra lingua, e di chi la fa parlare così bene: Rauch Me Baby & il Birrificio del Doge
- Francesco Furlanetto
- 1 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Tra una costina e un pastrami, ci voleva la birra giusta. E l’abbiamo trovata.
Si chiama Rauch Me Baby, è bordeaux intensa e sa di speck, scamorza e sogni al barbecue. In bocca? Arachidi tostate, fico nero, miele di castagno. Un viaggio affumicato che parte dal primo sorso e finisce col desiderio di berne subito un’altra. Spoiler: ce l’abbiamo pronta e fredda nel frigo, solo per voi, smokeheads.

Si chiama Rauch Me Baby, è bordeaux intensa e sa di speck, scamorza e sogni al barbecue. In bocca? Arachidi tostate, fico nero, miele di castagno.
Un viaggio affumicato che parte dal primo sorso e finisce col desiderio di berne subito un’altra. Spoiler: ce l’abbiamo pronta e fredda nel frigo, solo per voi, smokehead.
Ma la vera magia inizia ancora prima, in un posto che non ti aspetti: Zero Branco, tra Treviso e Venezia. È lì che nel 2014 nasce il Birrificio del Doge, fondato da due fratelli, Alessandro e Federico, insieme all’amico birraio Federico Casarin. Tre menti, un impianto artigianale e una missione: fare birra vera. Birra che sa di natura, passione e carattere.
Cosa li rende speciali?
#Acqua di sorgente, pura e non trattata.
#Fermentazione isobarica, per birre rotonde, limpide, scorrevoli come una scivolata su costine.
#E quel mix di tradizione e personalità che si sente in ogni bottiglia.
Il loro catalogo è una playlist da bere: Blanche speziata, Weizen banana-style, Vienna Lager che sa di biscotto… Ma è la Rauch Me Baby quella che ci ha fatto innamorare. Il carburante dei veri smokeheads. Affumicata. Profonda. Intensa. Come noi. Come voi.
Venite a prenderla, bevetevela tutta d’un tiro… e poi tornate per il bis. Perché fumo chiama fumo, anche nel bicchiere.
Il vostro Atled Meat Lab, tra brisket e birre fatte bene.
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